Una
recentissima ricerca genetica effettuata dall'università di Oxford su migliaia di persone abitanti in Islanda, ha rilevato
come i geni non trasmessi dai genitori ai figli sono in grado comunque di influenzare -
attraverso la cultura (educazione, alimentazione, ecc.) - questi ultimi. Non
è molto noto infatti che solo il 50% dei geni che ciascuno di noi possiede
proviene dai genitori, mentre il restante 50% è formato dai cosiddetti geni silenziosi. Purtroppo i risultati, e
soprattutto le implicazioni filosofiche di queste ricerche, sono influenzati
dal preconcetto materialistico, per cui una delle conclusioni viene descritta
affermando che "la cultura ha una base genetica". Ecco che così la
tanto auspicata libertà dall'imposizione genetica, che fino a pochi anni fa non
dava speranze di affrancamento dalla sentenza
con la quale nascevamo, e che sembrava finalmente essere stata superata dalla
cosiddetta epigenetica, una volta uscita dalla porta rischia di rientrare dalla
finestra.
D'altra
parte, considerare che ogni essere umano è portatore di una eredità dal passato
che gli appartiene non tanto come attuale personalità, ma come risultato di
esistenze vissute precedentemente, significherebbe aderire ad una visuale che
consideri piani di esistenza non solo fisici, tali da poter trasmettere oltre
la morte caratteristiche e "conoscenze". E ciò è ovviamente lontano
mille miglia dalla mente speculativa dei genetisti in parola.
Non
si tratta inoltre di deduzioni che per conseguenza influenzano solo una visuale
di tipo filosofico, ma possono estendere la loro portata anche a questioni un
po' più contingenti e stringenti. Se ne deduce, a titolo di esempio, che d'ora
in poi grazie a queste ricerche si potrebbe "aiutare
a prevedere il livello di successo di un individuo", e "studiare in
modo nuovo disturbi come antisocialità e schizofrenia"; si farebbe cioè
discendere le qualità o i problemi individuali a fatti meramente meccanici (i geni),
con il rischio di riuscire ad esercitare il controllo dall'esterno sulle
persone. Se è vero infatti che non sono i geni le cause delle nostre qualità o
delle nostre malattie, ma che essi altro non sono che trasmettitori di
dinamiche che trovano la loro sede a livelli non fisici, è però altrettanto
vero che se noi riusciamo ad intervenire sugli stessi geni condizionandoli, la
personalità ne subirà le conseguenze, perché alla fine dei conti sono essi che
hanno il compito e la facoltà di agire giù fino al piano fisico.
Ecco che diventa sempre più chiaro come sia viepiù
importante saper inserire le conoscenze spirituali esoteriche nelle
meravigliose e ingegnose ricerche che la scienza moderna sa fare al giorno
d'oggi. Agire sull'uomo senza conoscerlo in profondità rischierebbe di toccare
sfere vitali sensibili e con conseguenze imprevedibili.
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