Uno
sguardo superficiale agli eventi che sempre più si presentano davanti ai nostri occhi riguardo la convivenza fra le
persone, può cogliere una contraddizione che, a tutta prima, appare insanabile. Da un
lato vede la tendenza all'abbattimento delle barriere e dei confini, dovuto non
solo a volontà politiche, ma anche e forse soprattutto ai mezzi di
comunicazione più sofisticati che non conoscono divisioni e mettono in
relazione istantanea le persone che si trovano tra loro agli antipodi del
pianeta; e dall'altro la richiesta di autonomie in ambiti sempre più ristretti,
come il recente caso della Catalogna o, per restare nel nostro paese, il
referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto. Ma come è possibile, viene da
chiedersi, che nei tempi della costruzione di una Europa unita ci siano ancora
queste richieste di divisione, di particolare? È la risposta a questa domanda
che quasi sempre non si trova. Forse per farlo dobbiamo rifarci a
quell'articolo di Max Heindel che spiega come la costruzione di una "casa
comune" può realizzarsi unicamente dopo avere abbattuto tutte le case che
c'erano precedentemente. Da tale abbattimento - che di per sé può apparire come
un'azione distruttiva - l'utilizzo dei singoli mattoni fino a prima facenti
parte delle singole abitazioni consente di metterli insieme nella costruzione
che tutti accomuna. Occorre distruggere le divisioni in singoli mattoni, se
vogliamo costruire l'unità. Ecco la soluzione della apparente contraddizione.
Non succede qualcosa di analogo anche nell'interiorità di ognuno di noi?
Siamo continuamente dilaniati interiormente da influssi e impulsi più
disparati, spesso tra loro contraddittori: se da un lato aspiriamo a una vita
di onestà, purezza e bellezza, dall'altro spinte altrettanto forti, e spesso
più incalzanti, ci spingono in direzione contraria. Come trovare un equilibrio?
La lotta fra le due parti antagoniste prima o poi mostra tutti i suoi limiti, e
la vittoria in un campo spesso è seguita da una rivincita nel campo avverso. È
necessario trovare una dimensione superiore ad entrambe, proprio come la casa
comune rappresenta qualcosa di superiore e più avanzato rispetto alle singole case;
qualcosa che però non neghi e non respinga le due parti che si contendono la supremazia,
proprio come la casa comune fu costruita dagli stessi mattoni delle costruzioni
singole. Questa dimensione superiore non può essere altro che lo Spirito, l'Io
Superiore, in grado di unificare a sé le forze in gioco, entrambe espressioni
della sua attività d'esperienza nell'esistenza incarnata. Facendo perciò
appello alla dimensione interiore, al Cristo Interno - "la Luce che brilla
in ogni uomo" - potremo col tempo, senza forzare inutilmente in
superficie, trovare quell'equilibrio che fece dire a San Paolo: "Più nulla
mi turba". Allora anche le tensioni attuali appariranno superate.
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