DIAPASON Settembre 2017 - Progresso o Evoluzione?

Non è solo una questione filosofica quella di considerare o meno la teoria della rinascita piuttosto che quella dell'unica vita; essa si riflette anche su tutta la capacità critica di analisi della cosiddetta realtà, che viene distorta da una visione miope. Se guardiamo al mondo con gli occhi di chi concepisce una sola esistenza ("si vive una volta sola" …), corriamo veramente il rischio di confonderci, focalizzando la nostra attenzione sulla cronaca anziché sulla storia, ad esempio, perdendo cioè di vista il risultato finale a favore del vantaggio momentaneo, che spesso è l'opposto del primo. Ci sfugge principalmente la differenza fra progresso ed evoluzione. Siamo tutti presi ed orgogliosi dai progressi della tecnica moderna, e usiamo quotidianamente gli strumenti che la stessa ci propone, sia nelle piccole cose, come telefonini, automobili, ecc., che in quelle più importanti, come nel campo della medicina o dell'esplorazione dello spazio. Ma a ben vedere tutto questo ha in sé un grosso rischio, ed è un rischio evolutivo. Appoggiarsi su strumenti esteriori, infatti, ci spinge a guardare ancora fuori, e di conseguenza a non impegnarci nel lavoro più importante: migliorare e affinare noi stessi. Guardiamo nel microscopio, ma dentro di noi c'è la possibilità di sviluppare la vista eterica, infinitamente più potente e sottile; lanciamo esseri umani nello spazio (fisico) e ci accingiamo ad arrivare con un equipaggio sul pianeta (fisico) Marte, ma dentro di noi c'è la possibilità di viaggiare fuori dal corpo anche nelle dimensioni sottili. Così facendo, in realtà, mai ci allontaniamo dalla terra, perché restiamo fatalmente relegati alla dimensione fisico-chimica che caratterizza questo elemento. Una volta raggiunto il nadir della materialità, compito del genere umano è diventato il ri-volgere lo sguardo cosciente dentro se stesso, e da qui riconquistare le dimensioni spirituali; ma per fare questo lo sforzo non deve essere di natura dialettica riflessa, come abbiamo imparato fin qui: dobbiamo rivolgerci interiormente, affinare noi stessi e allargare lo sguardo a dimensioni che non ricadono solo nella sfera chimica, come fanno gli strumenti tecnici che altro non sono che un ampliare la percezione sensoria fisica. Dobbiamo fare meditazione, fare del bene, essere altruisti, pregare: questo è il programma di studio che può superare il semplice progresso e avviarci verso l'evoluzione a cui siamo chiamati. Altrimenti cadiamo nella trappola degli Ostacolatori, che ci illudono di ottenere mirabolanti conquiste, al fine di mantenerci invece nello status-quo che ci tiene prigionieri, che contrabbanda la libertà con  la prigionia del deserto del mondo in cui ancora ci troviamo.
"Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia".

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