DIAPASON Ottobre 2018 - Il "Ritorno" del Cristo

Siamo ormai entrati nella pienezza dell'autunno, stagione importante e propizia dal punto di vista spirituale nel corso della quale, secondo gli insegnamenti esoterici, lo Spirito del Cristo cosmico "ritorna" nuovamente all'interno del nostro piccolo pianeta per dargli la spinta energetica necessaria alla sopravvivenza sua e dei suoi abitanti. Anche la Chiesa inizia in questo periodo a rivolgere l'attenzione all'avvicinarsi della stagione santa del Natale, in ricordo del Primo Avvento e "nell'attesa della Sua venuta". Vi è tuttavia una contraddizione - che colpisce apparentemente entrambe le correnti spirituali - nell'insegnamento del ritorno del Cristo: il cosiddetto "Secondo Avvento". La contraddizione sta nelle parole del Cristo: "Sarò con voi sempre", da una parte, e nel racconto degli Atti relativi alla Sua Ascensione "fra le nubi", che termina dicendo che ritornerà alla fine dei tempi "allo stesso modo", dall'altra. Da parte loro gli insegnamenti esoterici affermano che il Cristo "torna ogni anno a Natale": che bisogno c'è allora del Secondo Avvento? Per risolvere questo interrogativo, è necessario comprendere bene il significato di "Ascensione" e di "Ritorno". Non si vuole dire che il Cristo "se ne è andato", "ci ha lasciato"; il Cristo non è "partito": semplicemente, abbandonando il corpo di Gesù, non è più incarnato, è sfuggito alla nostra capacità di vederlo per mezzo dei nostri sensi fisici.
Come interpretare allora il Suo ritorno? dice San Paolo: "Verremo rapiti nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore". Lui stesso infatti ha detto: "Vado a prepararvi un posto". Quindi, un posto "fra le nubi", ossia nella dimensione eterica, della quale ora i nostri occhi sono ciechi. Egli è già lì ad attenderci; ma siamo noi che dobbiamo lavorare per riuscire a "vedere". Il vero Cristiano è colui che lavora per arrivare un giorno a incontrarlo fra le nubi. Noi tutti ci troviamo in questa fase intermedia, nel passaggio fra un insegnamento unicamente esteriore attraverso i dogmi (la Chiesa), che oggi non ha più presa sui bisogni dell'uomo, e la necessaria crescita interiore di coscienza, attraverso la ragione e la logica. Ovviamente abbiamo bisogno di un aiuto per compiere questo passaggio evolutivo; a questo mira l'insegnamento esoterico: far crescere la natura devozionale grazie alla comprensione delle dinamiche evolutive che sono in gioco, che iniziarono col sacrificio sul Golgotha del grande Spirito Solare. Solo così potremo "vedere".
Ogni anno, in autunno, questo Spirito Solare, il Cristo, infonde maggiore energia spirituale nel pianeta, rinnovando il sacrificio di duemila anni fa: dovremo imparare a coglierlo e utilizzarlo sempre più, fino ad "aprire gli occhi" alla dimensione eterica, in un "Nuovo Cielo e Nuova Terra", nella quale "saremo sempre col Signore".

Commenti