Una della maggiori difficoltà che incontra lo
studente esoterico è identificarsi con l'Ego (o Io Superiore) al posto dell'io,
necessità derivante dall'insegnamento della rinascita, poiché è palese che l'io
della personalità dura solo una incarnazione. Infatti nel corso del processo
post-mortem si deve per forza abbandonare il vecchio io per arrivare ad
assumerne un altro, cosa che rende evidente la transitorietà dell'io nel quale
soliamo pensare noi stessi. Detta difficoltà è dovuta soprattutto a due tipi di
equivoci: perché tendiamo ad attribuire all'io qualsiasi pensiero "ci
passi per la testa", e perché crediamo che l'Ego non sia accessibile. Ma
non è così: l'Ego è dentro di noi e lavora in noi sempre, anche se non lo
riconosciamo. Senza dover possedere doti particolari, tutti possiamo fare delle
esperienze in cui è il nostro Ego ad agire e ad influenzare l'io. Ecco qualche
esempio utile a saperlo riconoscere.
1.
Noi tutti abbiamo la sensazione di identità che dura nel tempo, siamo certi di
essere sempre noi quel bambino che riconosciamo nelle foto della nostra
infanzia. Eppure di quel bambino noi non abbiamo più nulla: psicologicamente
siamo cambiati totalmente, e fisicamente le cellule del nostro corpo, cervello
compreso, sono state sostituite più volte. Eppure noi ci sentiamo sempre gli
stessi: come mai? "Chi" si sente sempre lo stesso? Non certo l'io,
che è legato al corpo.
2.
Tutti possediamo un senso di giustizia e la voce della coscienza si fa sentire
dentro di noi. Da dove viene? Dal condizionamento del Super-io come dice la
psicologia? No, essa è innata e viene dalle nostre esperienze delle vite
precedenti, esperienze che l'io di oggi non ha vissuto.
3.
Spesso abbiamo dovuto affrontare situazioni d'emergenza nelle quali la mente,
l'io, pareva smarrito, e all'improvviso un lampo ci ha presentato la soluzione.
Da dove arriva? Arriva dall'Ego, che è in contatto con i mondi spirituali.
4.
Il trasporto verso la vita superiore, o verso l'arte o il pensiero astratto,
l'amore verso il prossimo, non appartengono all'io, che è legato ai sensi e
alla logica materiale del "mors tua, vita mea", ma è l'Ego che si fa
sentire e vuole avere maggior peso nella nostra coscienza.
L'Ego
non è "un altro": è l'essenza di noi stessi. Il lavoro dell'aspirante
dovrebbe essere quello di allenarsi a "sentirlo" dentro di sé,
imparando a non identificarsi solo nell'io personale, che muore continuamente e
molte volte anche durante una sola vita, ma nell'Io Superiore, nell'Ego, che è
eterno. Nel periodo autunnale questo lavoro viene agevolato dall'avvicinarsi
dell'onda Cristica al pianeta: chiediamo allora al nostro Ego di aiutarci a
coglierla e a sviluppare in noi il nostro Cristo interiore.
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