DIAPASON Settembre 2018 - Io Superiore ed io inferiore


Una della maggiori difficoltà che incontra lo studente esoterico è identificarsi con l'Ego (o Io Superiore) al posto dell'io, necessità derivante dall'insegnamento della rinascita, poiché è palese che l'io della personalità dura solo una incarnazione. Infatti nel corso del processo post-mortem si deve per forza abbandonare il vecchio io per arrivare ad assumerne un altro, cosa che rende evidente la transitorietà dell'io nel quale soliamo pensare noi stessi. Detta difficoltà è dovuta soprattutto a due tipi di equivoci: perché tendiamo ad attribuire all'io qualsiasi pensiero "ci passi per la testa", e perché crediamo che l'Ego non sia accessibile. Ma non è così: l'Ego è dentro di noi e lavora in noi sempre, anche se non lo riconosciamo. Senza dover possedere doti particolari, tutti possiamo fare delle esperienze in cui è il nostro Ego ad agire e ad influenzare l'io. Ecco qualche esempio utile a saperlo riconoscere.
1. Noi tutti abbiamo la sensazione di identità che dura nel tempo, siamo certi di essere sempre noi quel bambino che riconosciamo nelle foto della nostra infanzia. Eppure di quel bambino noi non abbiamo più nulla: psicologicamente siamo cambiati totalmente, e fisicamente le cellule del nostro corpo, cervello compreso, sono state sostituite più volte. Eppure noi ci sentiamo sempre gli stessi: come mai? "Chi" si sente sempre lo stesso? Non certo l'io, che è legato al corpo.
2. Tutti possediamo un senso di giustizia e la voce della coscienza si fa sentire dentro di noi. Da dove viene? Dal condizionamento del Super-io come dice la psicologia? No, essa è innata e viene dalle nostre esperienze delle vite precedenti, esperienze che l'io di oggi non ha vissuto.
3. Spesso abbiamo dovuto affrontare situazioni d'emergenza nelle quali la mente, l'io, pareva smarrito, e all'improvviso un lampo ci ha presentato la soluzione. Da dove arriva? Arriva dall'Ego, che è in contatto con i mondi spirituali.
4. Il trasporto verso la vita superiore, o verso l'arte o il pensiero astratto, l'amore verso il prossimo, non appartengono all'io, che è legato ai sensi e alla logica materiale del "mors tua, vita mea", ma è l'Ego che si fa sentire e vuole avere maggior peso nella nostra coscienza.
L'Ego non è "un altro": è l'essenza di noi stessi. Il lavoro dell'aspirante dovrebbe essere quello di allenarsi a "sentirlo" dentro di sé, imparando a non identificarsi solo nell'io personale, che muore continuamente e molte volte anche durante una sola vita, ma nell'Io Superiore, nell'Ego, che è eterno. Nel periodo autunnale questo lavoro viene agevolato dall'avvicinarsi dell'onda Cristica al pianeta: chiediamo allora al nostro Ego di aiutarci a coglierla e a sviluppare in noi il nostro Cristo interiore.

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