DIAPASON Novembre 2017 - Tendiamo all'Unità interiore

Uno sguardo superficiale agli eventi che sempre più si presentano davanti ai nostri occhi riguardo la convivenza fra le persone, può cogliere una contraddizione che, a tutta prima, appare insanabile. Da un lato vede la tendenza all'abbattimento delle barriere e dei confini, dovuto non solo a volontà politiche, ma anche e forse soprattutto ai mezzi di comunicazione più sofisticati che non conoscono divisioni e mettono in relazione istantanea le persone che si trovano tra loro agli antipodi del pianeta; e dall'altro la richiesta di autonomie in ambiti sempre più ristretti, come il recente caso della Catalogna o, per restare nel nostro paese, il referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto. Ma come è possibile, viene da chiedersi, che nei tempi della costruzione di una Europa unita ci siano ancora queste richieste di divisione, di particolare? È la risposta a questa domanda che quasi sempre non si trova. Forse per farlo dobbiamo rifarci a quell'articolo di Max Heindel che spiega come la costruzione di una "casa comune" può realizzarsi unicamente dopo avere abbattuto tutte le case che c'erano precedentemente. Da tale abbattimento - che di per sé può apparire come un'azione distruttiva - l'utilizzo dei singoli mattoni fino a prima facenti parte delle singole abitazioni consente di metterli insieme nella costruzione che tutti accomuna. Occorre distruggere le divisioni in singoli mattoni, se vogliamo costruire l'unità. Ecco la soluzione della apparente contraddizione.
Non succede qualcosa di analogo anche nell'interiorità di ognuno di noi? Siamo continuamente dilaniati interiormente da influssi e impulsi più disparati, spesso tra loro contraddittori: se da un lato aspiriamo a una vita di onestà, purezza e bellezza, dall'altro spinte altrettanto forti, e spesso più incalzanti, ci spingono in direzione contraria. Come trovare un equilibrio? La lotta fra le due parti antagoniste prima o poi mostra tutti i suoi limiti, e la vittoria in un campo spesso è seguita da una rivincita nel campo avverso. È necessario trovare una dimensione superiore ad entrambe, proprio come la casa comune rappresenta qualcosa di superiore e più avanzato rispetto alle singole case; qualcosa che però non neghi e non respinga le due parti che si contendono la supremazia, proprio come la casa comune fu costruita dagli stessi mattoni delle costruzioni singole. Questa dimensione superiore non può essere altro che lo Spirito, l'Io Superiore, in grado di unificare a sé le forze in gioco, entrambe espressioni della sua attività d'esperienza nell'esistenza incarnata. Facendo perciò appello alla dimensione interiore, al Cristo Interno - "la Luce che brilla in ogni uomo" - potremo col tempo, senza forzare inutilmente in superficie, trovare quell'equilibrio che fece dire a San Paolo: "Più nulla mi turba". Allora anche le tensioni attuali appariranno superate.

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